Tra i tanti materiali che utilizzo per stimolare le persone a muovere la propria danza ci sono delle piccole piume colorate. Come per ogni materiale, amo il passaggio da un gruppo all’altro, di mano in mano. Piccole, grandi, lisce, innocenti, vissute, rugose, gentili o possessive, giocose o dai movimenti limitati, le mani cambiano ma le piume ogni volta svolazzano nell’aria, lanciate da un rapido gesto o spinte da un soffio.
Quando accarezzano delicatamente la pelle del viso e invitano a chiudere gli occhi, diffondono un senso di tenerezza o di desiderio sopito che sa insinuarsi anche nelle corazze più dure; e quanta vitalità risvegliano nel deviare inaspettatamente la direzione prevista a ogni minimo spostamento d’aria!

A volte le piume sono un veicolo per le parole. A scuola porto spesso il tema della leggerezza, proviamo a sentirla nel corpo attraverso il movimento per poi parlare di ciò che ci fa stare bene. Le ragazze e i ragazzi raccontano di sentirsi leggeri quando sono con il proprio migliore amico o quando ascoltano i loro cantanti preferiti. A volte dura un solo istante – dice qualcuno – come quando si realizza di aver terminato di fare i compiti, o per un intero pomeriggio, trascorso al parco a giocare a pallone. Ricordare tutto questo in classe richiama alla mente e incornicia momenti di benessere in un ambiente che molti vivono con ansia e stress. Seduti per terra, condividono i propri pensieri, giocando con la piuma tra le mani e ogni tanto si divertono a soffiare per tenerla sospesa.

Queste piccole piume in origine davano vapore ai boa colorati che uso nelle lezioni di musical, un accessorio teatrale che aiuta a togliere la maschera della quotidianità e trovare nella danza quel senso di ironia e divertimento che ha il sapore della libertà. Raccolgo in un sacchettino e conservo le piume che durante il movimento si staccano e cadono a terra. Mi piace il pensiero di permettere loro di continuare a volteggiare anche da sole, tenute tra due dita, o sul palmo di una mano, e di rinnovare il loro invito al movimento, al gioco, al risveglio dei sensi. Sono così piccole, eppure nella loro semplicità regalano una poesia silenziosa sulla leggerezza.
In una classe delle medie incontrata di recente con una dinamica molto difficile, ho avvertito a un certo punto la necessità di alleggerire la situazione che tutti vivevamo come estremamente pesante; di togliere peso alla difficoltà dei ragazzi di stare in classe, alle parole dei docenti e alle aspettative che sentivo nei confronti del mio intervento. Spinta da questo desiderio mi sono affidata alle piume, affinché andassero incontro ai bisogni dei ragazzi. Dopo averne consegnata una a testa, sono rimasta a guardare, pronta ad accogliere le proposte e valorizzarle. Sono nati giochi, sfide collettive ma anche momenti di coccole e relax.
“Se potessero tenerle…” mi ha sussurrato l’insegnante di sostegno verso la fine dell’incontro. Una frase ipotetica rimasta sospesa che tuttavia in quell’istante preciso ha incrociato il mio pensiero: non avevo cuore di proporre il consueto rituale del distacco dal materiale. Ho salutato i ragazzi invitandoli a conservare la piuma nel diario. Un gesto simbolico il mio, che non offriva certo alcuna soluzione pratica alla difficoltà della classe, eppure in quel momento sentivo, così come forse lo stesso insegnante, che la piuma potesse avere un ruolo.
Ho ripensato all’episodio osservando altri utenti danzare con le piume, questa volta un gruppo di donne. Ancora vitalità, gioco, tenerezza, bisogno di sentirsi accarezzate.
“Ognuno dovrebbe avere sempre con sé una piuma” ha detto una di loro, in un momento di condivisione.
Il materiale nella DanzaMovimentoTerapia permette di entrare in contatto con qualcosa di profondo, a volte risorse interne di cui ignoriamo l’esistenza o il bisogno. Siamo così abituati a cercare soluzioni e gratificazioni all’esterno che sottovalutiamo la possibilità di ascoltarci attraverso il corpo e il cuore, e magari di scoprire che ciò che andiamo cercando è dentro di noi.


