Il tesoro dell’inverno

Credo che soltanto in questa stagione si possa pensare davvero.

(M. Serrano, Dieci donne)


La stagione invernale ci invita al calore degli spazi chiusi, di pasti e bevande calde, di letture sul divano e silenzi. Nella filosofia cinese l’inverno rappresenta il culmine dello Yin, che a livello energetico è la parte più interna, intima e nascosta. L’ambiente privato di energia si mostra all’esterno come immobile, trasmettendo un senso di calma e silenzio, di pace e apparente inattività: diversi animali vanno in letargo e gli alberi caducifoglie rivelano il loro aspetto spoglio attraverso linee essenziali che sembrano prive di vita.

È nella stagione invernale che l’energia si concentra all’interno per assimilare la carica vitale per affrontare la stagione successiva. È necessario che ciò avvenga per sostenere in seguito i ritmi zampillanti della vita primaverile.

 

“I tre mesi dell’inverno sono chiamati: chiudere e tesaurizzare” – recita un antico testo di medicina cinese – “l’acqua gela, la terra si screpola; nessuno stimolo viene più dallo yang. Ci si corica presto, ci si alza tardi, ci si rimette per tutto alla luce del sole. Si sfugge il freddo, si ricerca il calore, non lasciando sfuggire nulla attraverso gli strati della pelle (…). Così ci si conforma ai soffi dell’inverno, via per il mantenimento della teasaurizzazione della vita” (Huangdi NeijingSuwen, le domande semplici dell’Imperatore Giallo).

Questo tempo invita a rispecchiarsi nella semplicità del paesaggio, forme essenziali che stridono con la richiesta di energia costante proveniente da una società lontana da quelli che sono i ritmi naturali dell’essere umano. Il rischio è di sentirsi sopraffatti dalle esigenze esterne, schiacciati in un tempo che sembra scorrere troppo rapido ed eccessivamente carico di attività, per permettersi di vivere con consapevolezza il momento presente e connettersi con il proprio bisogno stagionale di tesaurizzare, cioè fare tesoro e nutrirsi. La necessità di riflettere e concentrarsi su ciò che si ritiene essenziale si scontra con la richiesta artificiale di un’energia inesistente che dovrà fare i conti con una debolezza primaverile “per insufficiente apporto all’impulso vitale” (ibidem).

Ritagliarsi uno spazio-tempo da dedicare a sé stessi si fa urgente per chi desidera prendersi cura di sé nella stagione invernale, che per natura chiama alla calma e al silenzio. Ecco allora alcune semplici pratiche che possono rivelarsi delle risorse per vivere al meglio i mesi più freddi.

Come prima cosa assicuriamoci di tenere il nostro corpo al caldo. Oltre a coprirci bene possiamo dedicare brevi momenti a un AUTOMASSAGGIO, fregando con gesti rapidi e decisi tutte le parti del corpo. Oltre ad avere la funzione di scaldare, questa abitudine può diventare una coccola dopo una giornata stressante che, se eseguita ad occhi chiusi in modo da portare l’attenzione all’interno, permette di sentire la nostra presenza come corpo-cuore.

Una PASSEGGIATA IN NATURA (-> Leggi l’articolo Del camminare) nelle ore meno fredde – magari con un thermos contenente una bevanda calda nello zaino – può alleggerire il flusso dei pensieri, aprire un respiro più ampio, e esercitare i sensi per riportare la nostra presenza al qui e ora. Non è necessario attendere il week-end per immergersi nella natura, anche in tempi ristretti è possibile scegliere di attraversare un parco per raggiungere qualsiasi destinazione lavorativa o portare semplicemente la propria attenzione sugli elementi naturali presenti in qualsiasi strada, per esempio sul filare di alberi spogli che abitano un viale trafficato.

Dedicare qualche minuto alla ricerca di silenzio attraverso una breve MEDITAZIONE mattutina o una pratica di RILASSAMENTO serale permette di fare spazio dentro di sé e godere di quella dimensione profonda di pace che caratterizza la stagione più fredda (-> Leggi l’articolo Ricomincio dal respiro ).

Anche attraverso la DANZA è possibile entrare in contatto con la propria dimensione profonda. Ad occhi chiusi per raggiungere uno stato di maggiore intimità, anche in assenza di musica diamo al corpo lo spazio e il tempo per liberare un impulso interno e muoversi in modo autentico senza sforzo e senza pensieri. La danza è innata in ognuno di noi, non occorre conoscere alcuna tecnica per far sì che il corpo possa esprimere movimenti ma è necessario liberarsi del pregiudizio di non essere capaci, uno scoglio che nell’intimità invernale è possibile superare.

Infine, l’essenzialità dell’inverno invita a comprendere ciò che è davvero importante e a farne tesoro. Un ultimo suggerimento è di esprimere un pensiero di GRATITUDINE ogni sera prima di addormentarsi, nei confronti di persone che con un gesto o una parola hanno reso anche solo per un istante la giornata speciale; oppure rispetto a un’esperienza che ci ha arricchito, un episodio che ha stimolato un’emozione piacevole, un’intuizione arrivata dal nulla o un momento di risveglio. La gratitudine saprà come riempire il nostro scrigno invernale di pace interiore e scaldare il nostro cuore nell’attesa di spiccare il volo insieme al primo germoglio di primavera.

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2 commenti

  1. M interessa m invi dettagli per venerdì🙏🏼🙏🏼🙏🏼

  2. […] già parlato della necessità di tesaurizzare energia nella stagione invernale (leggi -> Il tesoro dell’inverno ) e della difficoltà a farlo legata alla giostra quotidiana che ci costringe a mantenere ritmi […]

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