Stamattina, rileggendo uno di quei libri che chiamo "da comodino", da tenere cioè a portata di mano quando navigo in cerca di un approdo, mi sono imbattuta in questa frase: "Il presente non è il contingente, il presente conserva in sé tutto il nostro passato e tutto il nostro futuro, non va ridotto, siamo noi a doverci fare vasti e attenti, non farci rapire dalle memorie e dai sogni, ma a onorarli perché sono parte della nostra natura umana" (Chandra Livia Candiani, "Il silenzio è cosa viva", Einaudi 2018).
Il bello della danza è che il presente può essere danzato. Emozioni, lamentele, persino l'in-sofferenza di essere costretti a stare, nelle stanze della propria casa. A volte ancora più stretti nella stanza dell'anima. Affidiamoci alla musica, accogliendo il consiglio di farci "vasti e attenti", affinché ciò che anima il nostro cuore si esprima attraverso il corpo.
Il brano oggi ci invita a movimenti grandi e rallentati, al limite della perdita di equilibrio, che fluttuano come in balia delle onde. Gli occhi bene aperti osservano lo spazio intorno a noi e giocano con esso ad allungare e ridurre le distanze. Stiamo con quello che c'è.
Può essere che sopraggiunga un leggero mal di mare. Cerchiamo allora il contatto con ciò che offre la nostra stanza, una sedia, un tavolo, una parete, un letto, il pavimento. Un porto che accolga la nostra barca.
Il brano dura poco più di due minuti. Riascoltiamo più volte se ne abbiamo il desiderio.
Il titolo ha il suo peso.
(La playlist dei brani di DMT IN PILLOLE è sul mio profilo Spotify)
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