25 lug 2019

DANZATERAPIA PER CHI?

Nonostante il caldo, non rinuncia agli appuntamenti con la sua danza. 

Ci conosciamo da molto tempo e negli anni ha arricchito il suo vocabolario di movimento e ora lo utilizza per sé, per non fossilizzarsi sui pensieri.

L'espressione corporea permette di trovare nuove strade là dove la mente rischia di intrappolarci. 

Lei lo sa. E con lei, chi vive la propria danza come una risorsa personale.

Non parlo di ciò che comunemente è inteso con il termine 'danza', che implica parole come tecnica, abilità, talento, giudizio. E' esattamente confrontandosi con tutto ciò che si fatica ad andare oltre.

"Mi sento le mani legate" confida, entrando nello spazio di danza. E' qui per danzare il suo sentire. 

Non è mio compito conoscere il perché delle cose, né dare consigli ma permettere alle persone di esprimere il proprio sentire, senza alcun giudizio, attraverso il linguaggio del corpo. 

La sua metafora è lo stimolo perfetto per iniziare a danzare. 

Il limite è un tema chiave della danzaterapia. 

L'obiettivo è scoprire come si muove il corpo se le mani sono legate. Quando la mente finalmente rinuncia al pensiero di voler fare ciò che non può, per aprirsi a ciò che può. Ed è a questo punto che si aprono nuove possibilità e si scopre che tale spazio è infinito.

E' bello vederla danzare, finalmente libera dai pregiudizi. Si muove leggera, come l'aria calda mossa dalle pale sul soffitto, alla ricerca di spazio. Il suo spazio.

No, la danzaterapia non è per tutti.

Ho sostenuto per anni il contrario ma ora mi rendo conto che è un pensiero utopistico. 

E' naturale per i bambini, perché la dimensione corporea è vissuta con grande spontaneità ed è il loro modo di conoscere le cose ed entrare in contatto con il mondo. 

E' perfetta nell'ambito della disabilità, perché apre possibilità di movimento là dove ci sono dei limiti. Ci perché sono meno filtri e una sensibilità diversa. 

E' adatta alle persone anziane, perché qualsiasi stimolo può risvegliare in loro l'energia vitale.

I rimanenti possibili utenti sono quelli più difficili, chiusi nella corazza del tempo in un corpo limitato dal pensiero, inconsapevole del proprio movimento autentico. 

Tra questi, qualcuno, in uno spazio protetto e senza giudizio, scopre la possibilità di danzare la propria danza. La propria quotidianità. La propria vita. Ma non è affatto facile. Occorrono tempo e pazienza, volontà, ascolto di sé, coraggio ma soprattutto fiducia. Fiducia in chi ti accompagna, aspettando il momento di vederti volare.

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