25 mag 2019

LA DANZA DELL'ARIA AL NIDO

Sono giornate frenetiche quelle della fine dell'anno scolastico tra saggi, spettacoli e lezioni aperte. Il corpo accusa la stanchezza e la mente è sovraccarica di pensieri che pesano. Voglio sperare che sia per queste circostanze e non per l'età che la memoria fa brutti scherzi.
Uscita dall'auto, di fronte al nido di un piccolo paese della Brianza, con il quale collaboro già da diversi anni, mi accorgo di avere dimenticato a casa lo zaino con la cassa. Sono senza musica.
Che per me è un po' come dire che la tartaruga ha dimenticato il suo guscio.
I bimbi aspettano la Signora Musica e io non l'ho portata. Mille pensieri mi si accavallano nella mente, tra cui quello più istintivo di girare su me stessa e tornare a casa.
Mentre entro nel cancello con un passo da lumaca e lo sguardo nel vuoto mi compare davanti il sorriso di Stefania, una delle due educatrici che qui si occupano dei bimbi con infinita passione. Alla notizia mi invita a non preoccuparmi ed entrare.
I bimbi sono felici di vedermi e io mi sento un po' imbarazzata. Cerchiamo di capire come rimediare, proviamo a collegare il mio iPod al computer ma manca il cavo. Ok youtube ma internet al momento non funziona... Mentre mi barcameno tra la tecnologia mi accorgo che sotto di me ci sono diverse faccine con il naso all'insù che aspettano la Signora Musica. E' il momento di smettere di pensare al limite e iniziare a stare con esso, come mi insegna la danzaterapia. Mollo tutto e mi siedo per terra. Iniziamo a giocare! Ci sfreghiamo con le mani la pelle e i vestiti, ripassando tutti i nomi delle parti del corpo e così facendo entriamo nel movimento. Mi accorgo che il livello di attenzione è quasi più alto del solito e che il problema della musica è già passato in secondo piano.
Ed ecco che iniziano a sfilare gli animali del Carnevale di Saint-Saens, anche se il volume della musica che nel frattempo in qualche modo è arrivata è troppo basso per sentirlo, perciò si va a memoria: leoni che spuntano da dietro un cespuglio e gattonano con espressione feroce; galline dispettose che punzecchiano qua e là; tartarughe impaurite che nascondono la testa nel guscio; elefanti, con i culotti in su; pesciolini che rotolano sul fondo del mare, aggrovigliandosi l'uno sull'altro; canguri saltellanti e via così. E' sufficiente nominare l'animale che subito i bimbi lo associano ai diversi movimenti.
Dopo un intermezzo musicale dell'orchestra di piccoli musicisti alle prese con strumentini, fatti con materiali di riciclo, fanno il loro ingresso, svolazzando nell'aria, piume colorate. Si posano a terra e continuano a danzare, tra le manine dei bambini o spostate dall'aria sollevata dai movimenti spontanei. Qualcuno scopre la sensazione di passarsi la piuma sul viso e sulle parti del corpo scoperte. In poco tempo nella stanza aleggia una calma irreale e un silenzio che permette di sentire la musica sul volume del cellulare. Seduta a terra mi appoggio al muro esaurendo il mio movimento, mentre una bimba mi infila piume nella maglietta e tra i capelli. L'aria che solleva le piume è anche quella del mio respiro, che ora ha trovato il suo ritmo costante. Ogni tanto qualcuno mi si avvicina per una coccola e poi riparte, attirato da un nuovo stimolo. Un paio di bimbi si addormentano sereni tra le braccia delle educatrici. E' la danza dell'aria, della tenerezza, della leggerezza. Osservo i piccoli muoversi senza ieri né domani ma solo adesso. Vivono i loro istanti con grande intensità, anche quando si incantano a guardare chissà cosa. Mi godo questo momento e dimentico il dover fare. Per essere. E basta. Qui e ora.

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