Il desiderio di continuare ad esplorare la relazione creativa tra scultura e danza (leggi anche DALLA SCULTURA ALLA DANZA) prosegue questa volta in collaborazione con Silvia, guida esperta e appassionata di Girando Milano.
Silvia ci conduce in un percorso tra opere d'arte, costume, storia della città e piccole curiosità, con grande sensibilità, lasciandoci il tempo silenzioso di elaborare pensieri e godere delle emozioni del momento. Mi affiora alla memoria il ricordo di me bambina, il giorno dei morti, in compagnia di mio fratello, curiosi tra le tombe a leggere nomi e osservare vecchie foto per inventare storie di vita e di morte. E mentre noi bambini giocavamo con la fantasia, gli adulti posavano fiori per commemorare i loro cari. Oggi ritrovo un grande e meraviglioso museo all'aria aperta, ricolmo di turisti, che insieme alla vegetazione rendono questo luogo estremamente vivo. Tra le immagini più suggestive un viale alberato, completamente ricoperto di foglie gialle che incessantemente si posano sul terreno e sulle tombe.
L'esperienza prosegue in sala danza dopo un piccolo spuntino. Ancora non mi è chiaro come procedere ma ho notato che sui taccuini è stato scritto tanto. Scelgo di coprire gli specchi con le tende per continuare a guardare con gli occhi del cuore. Con l'aiuto della musica e del ricordo torniamo alla città della memoria, per rievocare suoni e sensazioni, che ora possiamo permetterci di ascoltare con tutto quanto il corpo, attraverso la libertà del movimento.
Invito ogni partecipante a scegliere un solo pensiero, tra i tanti foglietti scritti, che sono stati posati sul pavimento, attraverso lo stesso gesto compiuto nel posare un fiore commemorativo su una tomba. Per leggerli bisogna girarci un po' intorno, come nel labirintico percorso del mattino.
Le frasi scelte, riportate da ciascuno su un'unica striscia di carta, costituiscono il filo conduttore del lavoro coreografico.
Invito ogni partecipante a scegliere un solo pensiero, tra i tanti foglietti scritti, che sono stati posati sul pavimento, attraverso lo stesso gesto compiuto nel posare un fiore commemorativo su una tomba. Per leggerli bisogna girarci un po' intorno, come nel labirintico percorso del mattino.
Le frasi scelte, riportate da ciascuno su un'unica striscia di carta, costituiscono il filo conduttore del lavoro coreografico.
La luce naturale che entra dalle vetrate si oscura ma nessuno ha voglia di accogliere quella artificiale. Una piccola luce da scrivania sembra un giusto compromesso. Nella sala danza si è creata un'atmosfera poetica, serena e delicata. Noto che nei movimenti proposti è ricorrente la figura del cerchio che chiude verso una dimensione interna, intima e protetta. In un'ottica coreografica, temo che ciò rischi di escludere troppo l'ipotetico sguardo di uno spettatore. A parte qualche suggerimento in questo senso, cerco di limitare il più possibile il mio intervento. Dò un occhio esterno per mettere insieme i pezzi della coreografia, nella quale, sul finale, viene coinvolta la striscia di carta, che si fa simbolo della memoria di questa esperienza. Al termine rimane a terra, con i suoi pensieri scritti sopra. Ciò che vorremo conservare rimarrà dentro di noi.
Guarda il video della coreografia realizzata
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