15 giu 2018

SPAZIO, ARTE E GLI EMISFERI DEL CERVELLO

In questo ultimo anno lavorativo, l'esigenza di trovare uno spazio mio vicino a casa, tra la stanchezza legata agli spostamenti dovuti ai diversi luoghi di lavoro e la famiglia numerosa, si fa sempre più pressante. Con questo bisogno nel cuore faccio visita a un'amica, anch'essa madre di 3 figli, che ha trovato il suo spazio d'arte e movimento, il "Parcolorato delle mani e delle idee", in un quartiere a lei caro. Annamaria Pittari è un'artista che ha saputo soddisfare la sua vena creativa, nonostante le vicende familiari l'abbiano portata a studiare ragioneria. Per 21 anni ha lavorato in un ufficio, senza rinunciare a coltivare la sua passione per il disegno e la danza contemporanea, seguendo svariati corsi.
Ascolto la sua storia, prendendo appunti sull'agenda. Gioco a fare la giornalista, mentre mio figlio Giacomo, curiosando qua e là, gioca a fare il fotoreporter. La mia intenzione è quella di parlare del suo spazio in un blog per mamme con il quale collaboro.
Annamaria è una di quelle persone che fanno dimenticare la dimensione temporale. Estremamente vitale, come un fiume in piena, ha tanto da raccontare e condividere. In continua ricerca, attualmente frequenta un corso di formazione in danzaterapia e artiterapie. Mentre parla, con gesti sicuri di chi si muove in uno spazio che ama, libera il tavolo dai resti della merenda allestita in occasione di una mostra. "Quando ho deciso di lasciare il lavoro per canalizzare tutte le energie solo nell'arte, in particolare nell'arte figurativa e nella decorazione d'ambienti", racconta, "mi sono accorta che avevo perso la capacità di vedere, di distinguere la luce dalle ombre. E' stato allora che ho scoperto il testo di Betty Edwards, Disegnare con la parte destra del cervello". Mi mostra due copie del libro citato e alcuni disegni.
Qualche hanno fa ha accettato di soddisfare la richiesta di tenere un corso di disegno di 8 lezioni, utilizzando il metodo e la teoria avanzata dalla Edwards. I disegni sono autoritratti accoppiati a due a due. "Questo è stato fatto al primo incontro... e questo all'ultimo" (vedi foto a destra). Fatico davvero a credere a quello che vedo e la curiosità mi spinge a voler sapere come sia stato possibile un tale cambiamento in così breve tempo. "E' incredibile cosa siamo in grado di fare quando riusciamo a far tacere la nostra parte razionale!" afferma sorridente.
A questo punto urge una breve parentesi. La Edwards applicò al disegno le teorie legate agli studi sul "cervello diviso", iniziate da Sperry negli anni Sessanta e proseguite da Gazzaniga, che permisero di studiare il funzionamento dei due emisferi cerebrali. Essi infatti scoprirono che il cervello sinistro è specializzato in compiti razionali come parlare, calcolare, formulare ipotesi; la parte destra, invece, è inabile a compiere compiti cognitivi complessi, bensì svolge funzioni non razionali, emozionali, coglie la forma nella sua totalità. Su questa base, la Edwards sviluppò degli esercizi per "ingannare" la parte razionale del cervello, e imparare ad osservare e quindi a riprodurre, senza l'intervento dell'emisfero che nella nostra cultura è dominante, quello che Gazzaniga chiamò "'interprete" dei pensieri. Tra questi l'esercizio del disegno al contrario. Pare infatti accessibile anche a chi dice di non saper disegnare, rappresentare un soggetto al contrario, perché l'emisfero destro coglie forme e linee senza riconoscere di cosa si tratti.
Ammaliata da questa teoria, sento improvvisamente il desiderio di voler assolutamente sperimentare il metodo della Edwars, nonostante io non abbia mai pensato di frequentare un corso di disegno. Giacomo, che nel frattempo sta già sperimentando il disegno al contrario, con evidente difficoltà a ingannare il suo emisfero sinistro, mi riporta alla dimensione temporale (sempre il sinistro!), ricordandomi che i nonni ci aspettano per l'ora di pranzo. E' a questo punto che il racconto di Annamaria prende una nuova direzione: la terza volta che ha proposto il breve corso di disegno, non ha funzionato con tutti. "Non tutti si approcciano all'esperienza con apertura. A volte sono presenti troppe resistenze". Ritorna il tema, a me caro, che la metodologia uniforma, là dove ogni essere umano rimane un individuo unico. Per lavorare con le persone occorrono diversi strumenti, perché un unico approccio non può funzionare con tutti. Attualmente Annamaria ha introdotto anche il movimento e la danza come mezzo per arrivare alla creazione artistica.
Tempo scaduto. Promettendo di rivederci presto per il famoso articolo sulle attività, mi ritrovo a dover attraversare la città in mezzo al traffico, con accanto Giacomo che scandisce i minuti di ritardo all'appuntamento. Anch'io, come l'Alice di Carroll, ho un piccolo Coniglio Bianco. Meno male! Direbbe qualcuno. Già, perché nel mio mondo danzante, l'emisfero sinistro ha evidentemente le sue difficoltà...

(Il dipinto è di Annamaria. Le foto di Giacomo)


2 commenti:

  1. Cara Serena. Tento di scrivere per la terza volta questo mio ringraziamento per il tuo brioso scritto,che denota anche il tuo personale approfondimento: non ho citato Gazzaniga! Danza e disegno sono strettamente connessi dal tema che mi sta molto a cuore e che desideraro esplorare nella mia vita e professione: la spazialita'.
    Ora che ho trovato il mio spazio, ti auguro che il tuo desiderio di uno spazio personale dove sviluppare la tua arte prenda forma. Allora saro' io a venirti a intervistare! Con affetto Annamaria

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    1. Grazie a te Annamaria! Continuo a credere che chi fa il nostro lavoro si debba sostenere. E' una scelta non facile che possiamo fare solo ascoltando il cuore. Fare rete tra noi è fondamentale, anche perché l'esperienza altrui dà sempre spunti preziosi (mi hai beccato: ho passato il pomeriggio a leggere articoli sugli emisferi divisi!)
      Spero di rivederti presto!

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