18 giu 2018

PLANETARY DANCE E SPIRITO DI GRUPPO


Kyria De Antoni, in collaborazione con Sarabanda e il patrocinio Apid, anche quest'anno ha guidato la Planetary Dance al Parco Ravizza di Milano. La speranza che avevo lo scorso anno di veder crescere il numero di partecipanti è diventata una bella realtà (leggi il post "Planetary Dance: il mandala che si muove in tutto il mondo").
La presenza più consistente di persone ha attirato anche maggiormente l'attenzione di quelle presenti al parco, nel pomeriggio domenicale. Molti sono stati i curiosi e qualcuno ha provato perfino a partecipare.
Personalmente continuo a credere in questa iniziativa milanese, tra l'altro quest'anno ufficializzata sul sito promotore americano, perché credo nel bisogno di forme di ritualità di gruppo, tra persone che sono presenti perché lì vogliono essere, per condividere il proprio "qui e ora" con gli altri, attraverso un'azione comune. Il suono dei tamburi scandisce il tempo, uniformando il gruppo, ciascuno con i propri limiti, creando un movimento che unisce e rafforza.
Nel sito si legge: "Nelle grandi danze di gruppo, spesso accade qualcosa di eccezionale. Quando un numero sufficiente di persone si muove insieme con una pulsazione comune e uno scopo comune, una forza profonda può prendere il sopravvento. Le persone smettono di muoversi come individui e iniziano a muoversi come se fossero parti di un corpo più grande, uno spirito di gruppo. Le culture di tutto il mondo hanno evocato il potere di questo spirito di gruppo (...) E' un potere che può rinnovare, ispirare, insegnare e guarire".
Io credo che in questo "spirito di gruppo" non ci sia nulla di mistico ma che la ritualità di gruppo sia qualcosa di profondamente umano e antico. Il suono e il movimento si ripresentano come espressioni arcaiche del linguaggio, le parole lasciano spazio alle voci che escono come urla spontanee, autentiche e liberatorie. La parola torna quando il ritmo si è fermato, dopo aver ascoltato la propria fatica, il proprio respiro, il proprio battito tornare alla normalità. Sono parole positive, di gioia, speranza e gratitudine.

(Le foto sono di Sarabanda)


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