
Il musicista Stravinsky, rifacendosi al pensiero di un filosofo russo della sua epoca, distingueva un tempo psicologico che scorre a seconda delle disposizioni intime del soggetto, le cui variazioni sono percettibili in rapporto alla sensazione primaria, cosciente o meno, del tempo reale, ontologico (quello dell'orologio, per intenderci).
Personalmente ritengo che ciò che rende il movimento piacevole e di conseguenza in funzione del proprio ben-essere, sia l'ascolto del tempo psicologico.
Se proviamo, ad esempio, ad eseguire una stessa sequenza di movimenti tutti i giorni, con il supporto di una musica (tempo ontologico), in ascolto dei nostri bisogni (tempo psicologico) ci accorgeremo che non sempre riusciremo a unire i nostri movimenti alla musica, anche se sono stati inizialmente costruiti su di essa. Questo perché a volte, per mille motivi diversi, li eseguiremo più velocemente e altre volte ce li godremo di più o ci soffermeremo su alcuni punti o necessiteremo di pause.
Spesso iscriversi ad una attività fisica rischia di diventare l'ennesimo motivo di stress quotidiano, e per questo, si rinuncia ad essa con la scusa di non avere tempo. Ecco perché, come ho già scritto non solo è fondamentale scegliere personalmente la propria attività fisica, senza seguire le mode del momento, ma è altrettanto importante imparare ad ascoltare il proprio tempo psicologico. Se lo stress è dovuto all'impossibilità psicofisica di rispondere a ciò che ci è richiesto dall'esterno, perché non iniziare a seguire i nostri tempi, almeno nell'attività corporea?
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