Credo che osservare il movimento faccia parte del mio essere.
Osservare una persona che si muove, per quanto mi riguarda, non significa giudicarla o cercare interpretazioni. Mi piace osservare nel vero significato del termine, che pare abbia qualcosa a che fare con la parola "custodire".
Ecco, è esattamente questo che faccio: custodisco e raccolgo informazioni preziose che arricchiscono il mio bagaglio di conoscenza. Si tratta di sensazioni che mi portano a riflettere.
Mi capita, per esempio, che, dopo aver visto un film come "Gravity", di Cuaron, ciò che mi colpisce e in seguito mi rimane nella mente, tra tutte le angoscianti peripezie di questa avventura nello spazio, è il finale, in cui la protagonista affonda le mani nella terra e si rialza faticosamente in piedi, riscoprendo la forza di gravità.E' una scena incredibilmente emozionante, metafora di una rinascita.
Non a caso parecchie scene prima, vediamo la stessa fluttuare all'interno di una stazione spaziale, in assenza di gravità, e chiudersi lentamente in posizione fetale, con tanto di cordone.
Quando veniamo al mondo ci imbattiamo nella forza di gravità. Inizialmente è una sensazione, poi, gradualmente, impariamo a confrontarci con essa, attraverso le diverse tappe che ci portano infine ad alzarci in piedi.
Nessuno ci spiega come fare. Il nostro corpo si organizza, si forma, si tonifica, si coordina, sviluppa dinamiche percettive, secondo schemi naturali in rapporto all'ambiente circostante, nei quali la forza di gravità ha il suo peso... nel vero senso della parola!
Una volta conquistata la verticalità, quando i muscoli sono abbastanza tonici e abbiamo trovato l'equilibrio, per lo più ci dimentichiamo della forza che ci spinge verso il basso, per ricominciare a sentirla quando la schiena inizia a non reggere più il peso del corpo.
Personalmente credo che portare l'attenzione alla presenza della gravità sia un modo molto interessante per lavorare sul movimento e scoprire dinamiche utili anche nella vita di tutti giorni.
Stimolare le persone a sentire il peso del proprio corpo è un esercizio importante in una sessione di movimento. Alzarsi da terra, ad esempio, con questa consapevolezza, è un modo per imparare a muoversi senza utilizzare più energia di quella necessaria.
Al contrario, trattenere la discesa di un arto inferiore o superiore permette di sviluppare non solo la forza ma anche la flessibilità dei muscoli. Giocare a trattenere o lasciare andare consente di sperimentare diverse qualità di movimento.
Doris Humphrey, già alla fine degli anni '50, ha impostato la sua tecnica di danza sul principio di caduta e recupero (fall and recovery), come nocciolo del movimento, del ritmo e della vita. Condivido in pieno la sua visione coreografica della nostra esistenza come "piena di migliaia di cadute e riprese che danno luogo ad accenti di tutti i tipi e di tutte le velocità".
Così è la danza, così è la vita.
Dunque non è importante osservare come si muovono le persone per trovare una corrispondenza tra i loro gesti e il loro essere, per costringerli a cambiare, o peggio, per mostrare loro "come si fa".
Il mio compito è quello di invitare a scoprire che attraverso il corpo è possibile sperimentare nuove strade e trovare da soli la propria possibilità di cambiamento.
Sentire la forza di gravità, in quest'ottica, acquista il significato di lottare contro la spinta verso il basso, trovare la forza di rialzarsi dopo le cadute, rinascere.
GUARDA LA SCENA FINALE DEL FILM GRAVITY
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